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María Contini, la madre misericordiosa de los indígenas.

Care sorelle e cari fratelli,
 
oggi,, 2 marzo, ricordiamo como viva Maria Contini, data della sua imprevisto viaggio alla Casa del Padre.
Gli ultimi anni della sua interrotta esistenza, lei aveva scelto di viverli nella Casa Campesina di Latacunga per accogliere con affetto di madre i ratelli che arrivavano a quella casa, ed aveva il volto dei facchini, dei mendicanti, degli ammalati senza un appoggio e degli indigeni.
Per questo, quel luogo, quell’edificio, quel posto poteva essere chiamato CASA DELL’ACCOGLIENZA MISERICORDIOSA.
 
Chiediamo alla nostra indimenticabile Maria, definita dal vescovo Raul “Madre degli indigeni”, che – dalla CASA DEL PADRE MISERICORIDOSO, il Cielo di Dio, – continui a proteggere, benedire, accompagnare la Casa Campesina, che conservi questa la vocazione per la quale ha sido edificata, que si rinnovi nella dedicazione di coloro – oggi – prestano il loro servizio, che giovani equatoriani
scelgano di essere marianisti per servire misericordiosamente le persone sfavorite della nostra società.
 
Cosí Maria, con Gesù e l’altra Maria, Madre e Madrina della Casa Campesina, saranno felici e contenti, e spargeranno la loro grzia, la loro tenerezza, la loro benedizione sopra le persone che servono, che sono accolte, che passano la notte nella Casa Campesina di Latacunga.
 
Uniti nella supplica, nella speranza, nell’impegno di servire, nella misericordia ricevuta e data.
Con affetto grande,
Remo

Email 3 marzo 2015

3 marzo 2015
Care sorelle e cari fratelli della Chiesa Tridentina:
Viviamo il Tempo della Quaresima come cammino di conversione personale per essere migliori discepoli del Risorto e per vivere più intensamente la fraternità.
Cerchiamo di porre in pratica le tre azioni suggerite dalla tradizione secolare dei credenti in Cristo per questo tempo liturgico: PREGHIERA – DIGIUNO -SOLIDARITÀ.
Ogni anno, con le vostre rinunce, aiutate fratelli di altre latitudini.
La gente, con la quale sono vissuto in questi ultimi 35 anni, ha ricevuto il frutto della vostra generosità. Sempre riconoscente.
L’urgenza mi spinge ad essere sfacciato e a chiedere qualcosa in più, ben sapendo che in altre zone del mondo la povertà e la fame sono ancora più evidenti che nella mia attuale parrocchia al sud-est di Bogotá.
Da anni, funzionava una mensa per bambini e persone adulte sole nel quartiere “San Ignacio”, sostenuta da offerte provenienti dalla Spagna. L’anno scorso, quando sono arrivato qui, mi son trovato di fronte alla decisione di chiudere questo servizio, per sospensione dell’aiuto sagnolo.
Però, con l’appoggio della ONLUS “Canalete” di Trento e il vostro contributo quaresimale (euro 1.500), abbiamo potuto mantenere la mensa a favore di un centinaio di persone.
Quest’anno, in gennaio (le attività educative e pastorali, in Colombia, cominciano o ricominciano in questo mese), ci si è trovati di fronte alla stessa situazione, senza la garanzia dei fondi per riaprire la “Mensa di San Ignacio”, e,quindi, con l’impossibilità di portare avanti questo servizio.
Osando, e con la fiducia di ricevere gli aiuti necessari, abbiamo deciso di continuare.
La somma, che mi sono impegnato a cercare, è di Euro 10.000 per quest’anno 2.015; il resto lo chiederemo ad altre parti.
Non chiedo tutta questa somma a voi. Per il momento, desidero sapere se potete aiutare con qualcosa in più del tradizionale contributo annuale della Quaresima.
Solo dirvi: “GRAZIE DI CUORE!”.
Con Maria seguiamo Cristo Gesù nel suo itinerario pasquale di Morte e Risurrezione.
Pregate per me e io per voi.
Con simpatia,
p.Remo
Annesse tre foto della zona di San Ignacio, con l’edificio dove funziona un doposcuola e la mensa. Ciao.

Email 1 Febbraio 2015

Miei cari,
oggi celebriamo, un po’ in ritardo, la festa del Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade, patrono della nostra parrocchia. Con molta semplicità. Non è come la “sagra” dei nostri anni giovanili.
Martedí, se il Signore lo permette, avremo la scrittura=la proprietà del terreno nel quale costruiremo la CASA PASTORALE o CASA MISSIONARIA.
Grazie al vostro aiuto e di altre persone.
La nostra comunità apporta con $(=pesos colombiani)14.000.000, e dall’Italia sono arrivati gli altri $31.000.000.
Domenica scorsa stavate riuniti per assumere come vostra questa nuova impresa.
Il Signore ricompensi la vostra generosità con pace nel vostro cuore e in ognuna delle vostre famiglie.
Avevo cercato di farvi arrivare per l’Assemblea il calendario della Parrocchia; non ce l’ho fatta (vi diró il perchè: il costo esorbitante); e l’ho mandato da Roma, per mezzo di un confratello che stava qui a Bogotá in un inconro dei formatori marianisti.
¿È arrivato?
Mi ha colpito (come sempre) l’entusiasmo e la decisione di Robi: “Voglio essere io l’architetta della Casa Missionaria!”
Vi saluto e vi auguro ogni bene.
Con affetto,
Remo

Terreno per la Parrocchia

Miei cari,
Il 9 gennaio, abbiamo consegnato i primi pesos 10.000.000 per acquistare il terreno.
L’avvocata della Curia sta preparando la minuta della scrittura definitiva.
Non ho ricevuto conferma se da Elio è stato eseguito il giro internazionale di euro 6.500 (cambiati, prima di spedirli, in dollari) e da Ennio 5.000 (cambiati, prima, in dollari).
Sarò con voi il 25 gennaio.
Anche in parrocchia abbiamo fatto un bel calendario del 2015, con foto delle varie attività pastorali, ed è stato distribuito porta a porta in tutto il territorio parrocchiale: 4.000! Una maniera di farmi presente in ogni via e viuzza dove vivono i miei fratelli e sorelle (le “pecore”), che il Signore mi ha affidato.
Spero di farvelo arrivare.
Vi dirò che ieri ho cercato di spedirlo, però, non esistendo in Colombia le poste nazionali come in Europa, il costo  per mandarlo cona impresa è inverosimile, ed ho desistito.
Ho letto la motivazione di Silvio per l’Assemblea. ¡Che bello sentire il vostro interesse!
Approfitto per precisare – brevemente – l’assunto.
La chiesetta è costruita sul terreno del Municipio, pensando che fosse della Curia…
Fino ad oggi, pare sia impossibile avere il titolo di proprietà per questioni legali… E ci sarebbe molto spazio per costruire, senza comprare; però … non si può, e, se volessero, autorità anticlericali potrebbero – legalmente – confiscare la costruzione della chiesa e adibirla a deposito non so di che… e se la gente lasciasse fare; lo dubito.
La casa dove vivo non è della parrocchia/Curia diocesana; è proprietà della Società di Maria, che l’ha costruita come casa d formazione per gli aspiranti futuri marianisti; quindi non ha le caratteristiche di una casa parrocchiale, ci sono stanze (una la occupo io) e stanzette, e non ci sono sale per riunioni.
Il Vescovo, da tempo, insiste che la parrocchia abbia la “sua” canonica, pensando anche nella eventualità che i marianisti se ne vadano da qui (e … ritornino nel Chocó), e il parroco diocesano non avrebbe dove vivere.
La superficie del terreno che stiamo (“stiamo”´, voi, soprattutto, e noi) è di 8 metri per 17 metri, e si trova a pochi passi dalla chiesa.
Appena, ¡già ve lo immaginate!, avremo la proprietà cominceremo a fare i piani per costruire. Questo sì che costerà!
Un passo alla volta. Il Signore e tante persone buone ci aiuteranno, come fino ad oggi.
Domani, un centinaio di persone ci riuniremo per l’ASSEMBLEA PARROCCHIALE DI INIZIO D’ANNO, per pianificare le attività di quest’anno. Che lo Spirito del Signore soffi potentemente e l’ardore missionario del Beato Patrono, il padre Guglielmo Giuseppe Chaminade, ci stimoli.
Prego per voi. Pregate per me e per i vostri fratelli e sorelle di questa parrocchia.
Un forte abbraccio,
Remo

Assemblea 26 gennaio 2014

Parroquia “Beato Guillermo José Chaminade”

ASSEMBLEA DE LA ONLUS “CANALETE”

Sores, 26 gennaio 2014

Care amiche e cari amici,

date anche a me un posto a tavola per condividere la vostra amicizia, alegría, generosità e … i buoni piatti del Sores.

Come vi sentite? C’è neve? Le strade sono giacciate?

D’ogni modo: “Benvenute e benvenuti al Sores per l’incontro di inizio d’anno dei soci di CANALETE!”

Il mio saluto vi arriva dalla mia stanza della Casa marianista, che è como stare su un balcone, da dove si vede quasi tutta la enorme città, in questo momento, illuminata.

E così sto imparando ad essere un saltimbanco: anni fa, dalle Alpi trentine alle Ande Equaroriane; poi, dalle Ande sui 3000 metri alla pianura sul livello del mare della selva chocoana; due anni fa, dal Chocó alla Capitale della Colombia, che orgogliosamente proclama di stare “2600 metri più vicina alle stelle”; sono passate già alcune settimane da quando ho fatto un’altra piroetta per arrivare fin qui a vivere, ancora più in su, insieme alla comunitá parrocchiale del “Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade.

Cambiano i paesaggi geografici, il carattere delle persone, la situazione socioeconómica della gente, la visione della vita, la maniera di esprimere la spiritualità e la fede, e il tempo anche corre e va… I fratelli di comunità cambiano. Javier, spagnolo, compiuti da poco gli 80 anni, operato al fegato, se n’è andato al Cielo, per un infarto, la mattina del capodanno; con lui ho condiviso la casa nella Madonna della Carità; l’avevo appena chiamato dal nuovo posto per fargli gli auguri di buon anno… Con me vivono altri due giovani marianisti, non ancora trentenni, i due di pelle oscura, Edwar è nativo di Lloró ed è responsabile della pastorale in una scuola media e liceo popolare, che si trova dentro il territorio della parrocchia ed è diretto dai marianisti, e aiuta nella catechesi parrocchiale e con le attivitá dei giovani; il secondo, James, viene da Haití, un’isola del Caribe, e sta studiando filosofía; io risulto essere il nonno della casa, se non fosse per il mio passo leggero su e giù per i fianchi della montagna, azzardandomi perfino a montare in bicicletta, con un fiatone e la lingua fuori…

Vi rendete conto che il Signore è buono con me, perchè non mi lascia tranquillo, né permette che mi sieda sugli allori, che pensi di sapere tutto. Ringraziatelo con me. E poi, uno è felice quando vuoi bene alle persone, a tutte le persone e ricevi da loro un poco d’affetto. Sì, la gente della nuova parrocchia è molto disponibile e attenta al sacerdote; mi salutano come fossi stato qui da sempre.

Sono gente modesta, lavoratrice, educata; vanno la mattina presto a lavorare lontano e ritornano la notte; sicché nei nostri quartieri, durante il giorno, non c’è molto movimento.

La maggior parte degli asili e del doposcuola gestiti dalla “Fundación Chaminade”, che è sostenuta da voi e dalla Provincia di Trento, si trova nella attuale parrocchia. Potrete continuare ad aiutare e, con il vostro appoggio e di altri, riaprire una mesa per bambini e anziani (un centinaio, pare), nel quartiere “San Ignazio”. Gli aiuti che riceviamo da voi si distribuiscono in diverse attività e a favore di studenti, in borse di studio.

Le elemosine dei fedeli riescono appena a coprire tre stipendi, le spese correnti, le piccole riparazioni e il mantenimento. Mi chiedo come hanno fatto a costruire la Chiesa, partendo dalle assi della prima cappella. La gente vuol collaborare e lo fa sulla misura delle sue possibilità. Il Signore valorizza moltissimo questa generosità, che come l’offerta della vedova del Vangelo. Dopo il luogo sacro per le celebrazioni, tutti erano e sono d’accordo che la precedenza assoluta alla prossima grande (enorme) spesa sono le sale e i saloni parrocchiali per le riunioni dei vari gruppi apostolici che portano avanti il lavoro pastorale della comunitá. Per la catechesi, alla quale partecipano più di 400 bambini e giovani, usiamo le aule del collegio, per fortuna.

Per il momento, faccio punto e vi lascio terminare il banchetto: “Buon pranzo!”

Vi ricordo e prego per voi. Nel vostro cuore ci sia solo bontà.

Con affetto grande,

vostro Remo